Il fumatore di Pipa è spesso legato a ricordi ed affetti, che lo portano prima o dopo ad approcciarsi alla Pipa. Infatti, molti iniziano perché legati al ricordo di un profumo di tabacco sentito o per una Pipa ereditata da un caro parente e riposta, se non dimenticata, in qualche angolo della casa, ma chissà perché in attesa di essere riaccesa… Sono le curiosità che portano a provare questa esperienza sensoriale e gustativa, pensiamo ad esempio all’emulazione del personaggio letterario e televisivo del commissario Maigret: dopo ogni puntata dello sceneggiato, le persone si recavano nelle tabaccherie per comprare la Pipa uguale a quella dell’attore Gino Cervi, interprete del personaggio (peraltro nominato Presidente Onorario dell’allora Club della Pipa, ora Pipa Club Italia).
(foto con Gino Cervi, George Simenon e Arnoldo Mondadori, rispettivamente attore, scrittore, editore del personaggio letterario e televisivo del commissario Maigret)
Succede a volte che per le poche informazioni raccolte, si rischi di smettere subito dopo i primi approcci, rimanendo delusi; le varie cause sono generalmente tabacchi poco adatti ad un neofita, Pipe verniciate o di scarsa qualità e la preoccupazione per lo spegnimento della Pipa che induce a tirate troppo forti e frequenti, con la conseguenza di bruciarsi la lingua. Fumare la Pipa è principalmente prendersi del tempo per sé stessi: la grande lentezza. Decidere in quale momento il tabacco da fumare, in quale Pipa caricarlo e degustarlo lentamente sono atti personali, veri e propri momenti di relax, concentrativi ed appaganti.
Fumare la Pipa è un atto solitario, fatto in certi momenti e pause della giornata e con dei precisi riti. Ma può essere anche socializzante ed accrescere relazioni interpersonali, condividendo tali momenti con persone che hanno la stessa passione; si possono scambiare reciproche conoscenze, mettendole a disposizione di chi voglia approcciarsi a questa esperienza. Così nel mondo associativo nascono gruppi di appartenenza, come i pipa club o quelli tematici sui social media, che aiutano il fumatore di Pipa a migliorare per fumare meglio. La Pipa è riconosciuta storicamente ed artisticamente e si distinguono periodi specifici in base anche all’evoluzione dell’oggetto. Le Pipe in terracotta erano Pipe popolari e in gran uso già nell’800; quelle in schiuma di mare rievocano l’epoca imperiale del lusso; la Pipa in “CornCob” (tutolo del mais americano) sviluppatasi per la mancanza della raccolta della radica e della sua lavorazione nel periodo della seconda guerra mondiale; la Pipa in radica per le caratteristiche primarie e di lavorazione è quella moderna, la Pipa di oggi. Anche artisticamente la presenza di Pipe si ritrova in opere rilevanti come ad esempio nei dipinti di Van Gogh o di Picasso, dove hanno la loro centralità e rispecchiano l’importanza dell’oggetto nel contesto sociale di riferimento.
(opere con pipa di Vincent Van Gogh e Pablo Picasso)
La storicità e l’evoluzione della Pipa sono ben rappresentate in Italia nelle collezioni private e nei musei tematici, come quelli di Gavirate della famiglia Peronelli o in quello di Savinelli a Milano, poi di Brebbia della famiglia Buzzi o di Modica. In molti musei, come ad esempio in quello di Fermo, sono presenti sezioni dedicati alla Pipa; questo evidenzia il legame che ha sempre avuto questo oggetto con l’uomo. Esiste poi un collezionismo della Pipa più personale, spinto dalla curiosità di arricchire le proprie conoscenze. Lo scopo è quello di provare a fumare con vari “shape”, diversi finissaggi e materiali, per capirne le caratteristiche o ancora per la passione per il tipo di lavorazione che ogni artigiano effettua. A volte il motivo è il piacere di possedere nella propria bacheca personale delle vere e proprie opere d’arte.
(immagine del museo Brebbia)