Il sigaro di tipo avana o caraibico è un manufatto di solo tabacco, a testa chiusa e piede aperto realizzato interamente a mano. La parte chiusa è definita “testa”: una volta eseguito il taglio, è la parte da cui si aspira il fumo. La “spalla” è la zona tra la testa e il corpo del sigaro, nei sigari parejo è la zona “curva” tra la testa ed il corpo del sigaro, a metà della quale normalmente si esegue il taglio. Il “corpo” è il cannone di tabacco, la parte che effettivamente si fuma, mentre il “piede” è la parte aperta su cui si esegue l’accensione.
In linea generale difficilmente un sigaro di tipo caraibico viene prodotto usando un’unica tipologia di foglie: normalmente per le varie componenti elencate si usano foglie di diversa varietà o di diversa provenienza, o quantomeno provenienti da diversi “palchi” fogliari della pianta. L’anatomia di base di un sigaro distingue in primis tre componenti principali. La fascia (o capa in spagnolo, o wrapper in inglese) è la foglia esterna che chiude il sigaro, normalmente proviene da una coltivazione dedicata unicamente alla produzione di foglie da fascia e ha sempre una funzione estetica: in un certo senso, è il “vestito” del sigaro.
Tuttavia, sempre più spesso specie nelle produzioni non cubane la fascia assume anche un'importante funzione organolettica, a volte addirittura preponderante nell’impianto gusto-olfattivo di un sigaro.
La sottofascia (o capote, o binder) è la foglia subito sotto la fascia. Le sue funzioni principali sono quelle di tenuta meccanica, sia della forma del sigaro che del tiraggio, e normalmente è ottenuta da foglie con buona combustibilità che assicurano un mantenimento ottimale dell’anello di combustione esterno del sigaro durante la fumata. Anche in questo caso, però, spesso la scelta della sottofascia è funzionale al conferimento di alcune caratteristiche organolettiche del prodotto. Il ripieno (o tripa, o filler) è il “cuore” del sigaro, la parte che normalmente ne determina in maniera preponderante l’impianto organolettico e può essere composta da diverse foglie.
Le miscele di foglie usate possono variare per numero, quantità, provenienza e tipo, ma normalmente si distinguono tre macro tipologie di foglie utilizzate nel riempimento: il ligero (nome utilizzato più o meno universalmente nel panorama caraibico) proviene dalla parte alta delle piante di tabacco ed è caratterizzato da forza nicotinica più elevata, ma anche da una combustibilità più lenta rispetto alle altre foglie. Per questo motivo in un sigaro long filler costruito in maniera ottimale dovrebbe essere disposto al centro del ripieno. Il seco (nell’accezione cubana, denominato viso nel resto dell’area caraibica) proviene dalla parte mediana delle piante, è caratterizzato da una spiccata aromaticità e da una media combustibilità: nella disposizione corretta all’interno di un sigaro si trova a metà tra la parte centrale e quella esterna del ripieno. Il volado (nell’accezione cubana, denominato seco nel resto del caribe) proviene invece dalla parte più basale dei palchi fogliari, è caratterizzato da una buona combustibilità e viene pertanto disposto nella parte esterna del ripieno, nei sigari long filler.
Va sottolineato che ciascuna tipologia non conferisce unicamente le caratteristiche principali appena elencate: ognuna di esse ha un ruolo organolettico che varia a seconda del luogo di produzione, della varietà utilizzata, delle tecniche di coltivazione, cura e fermentazione e di altri fattori. Il sapiente lavoro del blender (colui che studia le miscele di tabacchi da utilizzare) fa sì che le caratteristiche di ciascuna foglia usata esprima al meglio il proprio carattere, in armonia con tutte le altre. In senso metaforico, il blender è un po’ come un direttore d’orchestra, in grado di ottenere un’armonia utilizzando diversi strumenti musicali.
Occorre aggiungere un’ulteriore chiave di classificazione morfologica: il formato.
Anzitutto possiamo distinguere tre grandi gruppi di formati: i sigari Parejos, di forma cilindrica; i sigari Figurado, rastremati su una sola estremità dal lato della testa; i sigari Double Figurado, rastremati sia sulla testa che sul piede. Ricordiamo che anche in questo caso il piede, seppure su una sezione ridotta, è sempre aperto.
Questa prima classificazione è importante perché la forma, soprattutto della testa, può cambiare la fruibilità di fumata. In un figurado, ad esempio, il taglio deve essere sempre il più prossimo possibile all’estremità appuntita, ma ovviamente tale da consentire un tiraggio accettabile: questa caratteristica concentra il fumo in un foro di uscita più piccolo del braciere, producendo due effetti importanti. Il primo riguarda la gestione della fumata: avendo un foro più piccolo del cerchio di brace, infatti, si rischia meno di surriscaldare il braciere anche se l’intensità o la cadenza dei “puff” è leggermente eccessiva. Il secondo effetto è invece quello di distribuire il fumo sulla lingua in maniera più concentrata, massimizzando, almeno nella primissima fase dell’aspirazione, la percezione gustativa. Il double figurado aggiunge alle caratteristiche del figurado la possibilità di un'accensione più rapida, grazie al braciere più piccolo in fase iniziale, e una maggior progressione organolettica iniziale, grazie alla forma. In altre parole, la fumata si intensifica progressivamente anche per l’aumento di diametro del braciere.
Esistono poi diverse sottoclassificazioni dei formati in base alla forma: per esempio, nella famiglia dei figurados si distinguono i torpedos, i belicosos ed i piramides che variano tra loro per il grado di rastrematura della testa (il torpedo è più appuntito, mentre il belicoso è più arrotondato) o per la regolarità del cilindro esterno (la piramide tende ad allargarsi verso il piede, mentre negli altri due formati il corpo è cilindrico). Anche tra i double figurado esistono distinzioni simili (ad esempio tra i perfectos ed i presidentes). Esistono poi i sigari box pressed che vengono rollati in forma cilindrica e successivamente pressati per ottenere una sezione quadrata, rettangolare o ellittica. Tuttavia, queste distinzioni sono relativamente articolate e complesse e andrebbero quindi affrontate in un testo dedicato.
Nell’ambito delle tre macro-famiglie esistono poi diversi formati che variano per dimensioni (lunghezza e diametro). Anche qui ci si addentra in un mondo estremamente variegato e complesso, ma è utile citare due cose, la prima a livello di fruizione e “risposta” organolettica in fumata. Il formato, infatti, influenza di per sè alcune percezioni organolettiche del fumatore: per semplificare, ci limitiamo a dire che un sigaro corto di diametro generoso è adatto per una fumata “tutto e subito” in cui si ricerca prevalentemente l’intensità organolettica fin dall’inizio (braciere grosso e vicino al punto di tiraggio), ma ovviamente di breve durata poiché la stimolazione intensa su una fumata lunga stancherebbe il naso e il palato. Per contro, formati lunghi e sottili saranno adatti a una fumata graduale giacché parte con una stimolazione organolettica lieve (braciere piccolo e lontano dal punto di tiraggio) che poi cresce lentamente in corso di fumata. Tutte le variabili intermedie di lunghezza e diametro, ovviamente, hanno comportamenti variabili tra i due estremi appena descritti.
Occorre però fornire un dettaglio, utile al lettore per districarsi nel ginepraio di formati che si trovano sul mercato e per leggere correttamente le misure dei sigari: esistono due classificazioni, il vitolario cubano e l’international shape. Nel vitolario cubano ogni vitola (formato) ha dimensioni specifiche e univoche, espresse normalmente in millimetri di lunghezza e sessantaquattresimi di pollice di diametro. Questo sistema di misura del diametro si definisce anche ring gauge o “cepo”, dallo strumento che usano i torcedor per misurare il calibro del sigaro nelle manifatture. Per esempio, il formato Robusto per il vitolario cubano ha dimensioni 124 x 50, ovvero 124 millimetri di lunghezza per 50/64 di pollice di diametro. All’interno del vitolario cubano, la vitola de galera è quella che identifica il formato specifico mentre la vitola de salida identifica il nome commerciale del prodotto, che può coincidere o meno con la vitola de galera. Nell’international shape, invece, le dimensioni sono generalmente espresse in pollici di lunghezza per sessantaquattresimi di pollice di diametro: per esempio un Robusto “canonico” è 5 x 50 (a differenza dell’esempio cubano, la lunghezza è espressa in pollici). Di seguito riportiamo una tabella che identificano un estratto del vasto vitolario cubano (mm x 64esimi di pollice) e relativa famiglia di formati nell’international shape ed un riepilogo delle famiglie di formati con range di misure (pollici x 64esimi di pollice).